Già il famoso ipnoterapeuta Milton Erickson, tra le più grandi influenze delle terapie brevi, affermava che lo psicoterapeuta dovrebbe stare attento al pericolo insito nell’idea di poter aiutare tutti e di poterli aiutare per qualunque cosa.
Alcune cose rimangono così come sono, nonostante i nostri sforzi e quelli del cliente; o comunque non cambiano tanto quanto vorremmo.
Fare terapia breve significa accettare questo aspetto ed evitare l’equivalente psicologico dell’“accanimento terapeutico”.
Quando affronta questo punto in Psicoterapie brevi, Hoyt ricorda:
“L’accettazione non è una sconfitta.”
Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Direttore della collana Brief Therapies
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